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Guardia di Finanza, indagine nelle farmacie sui prezzi

Farmacia Redazione DottNet | 07/10/2009 19:02

''Proprio in questi giorni'' la Guardia di Finanza sta avviando ''una indagine conoscitiva sugli effetti della liberalizzazione del prezzo dei farmaci da banco o di automedicazione e di quelli non soggetti a prescrizione medica''.

Lo ha indicato il generale Giuseppe Vicanolo, capo del terzo reparto operazioni presso il comando generale della guardia di Finanza, in una audizione presso la Commissione straordinaria controllo prezzi in Senato. Si tratta di una indagine avviata ''su richiesta del nuovo garante dei prezzi - ha spiegato Vicanolo - e da condurre presso farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione delle principali città nelle varie Regioni''. Sui prezzi dei farmaci da banco, che secondo un'indagine di Altroconsumo sono aumentati dell'8% negli ultimi due anni, nelle scorse settimane si era innescata una polemica fra produttori, farmacie a associazioni dei consumatori. I farmacisti hanno spiegato più volte che gli aumenti non sono dipesi da loro ma le associazioni come il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) sono state di diverso avviso. La liberalizzazione, voluta dal decreto Bersani, ha fatto sì, ha invece sostenuto Mdc, che il prezzo dei farmaci da banco sia fissato in totale autonomia da ciascun titolare di farmacia o d'esercizio autorizzato alla vendita e pertanto ''farmacie, parafarmacie e punti vendita all'interno della grande distribuzione sono formalmente liberi di applicare il prezzo che desiderano, e non esisterà più un massimo di riferimento per il pubblico''. Da parte sua il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha richiesto proprio alla Guardia di Finanza di effettuare ulteriori indagini.

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Il Garante già in passato era intervenuto sul tema della trasparenza dei prezzi dei farmaci, favorendo la sottoscrizione di un Protocollo d'intesa fra i rappresentanti delle categorie della distribuzione (farmacie private e pubbliche, parafarmacie, GDO), associazioni dei consumatori e istituzioni, volto ad assicurare che presso ogni punto vendita fosse chiaramente esposto un cartello con i prezzi praticati per i 20 prodotti maggiormente commercializzati. Ma gli italiani non sembrano amare molto i farmaci di automedicazione. Nei primi sette mesi del 2009, infatti, in Italia sono state acquistate quasi 1,1 miliardi di confezioni di medicinali, con un incremento dell'1,9%, per un controvalore di 11,5 miliardi di euro, secondo i dati dell'Associazione Nazionale dell'Industria Farmaceutica dell'Automedicazione (Anifa). Mentre i farmaci rimborsabili del Ssn sono cresciuti del 4,1%, con 703 milioni di unità vendute, quelli a carico del cittadino sono diminuiti del 2,3%, con 360 milioni di confezioni vendute. Soffre maggiormente il comparto dei farmaci senza obbligo di ricetta e, in particolare, quello delle specialità di automedicazione, che evidenziano la perdita più consistente, pari a quasi il 4%.

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